Itinerari

Da Bellagamba al Monte Cimone con eventuale ritorno per Doccia

Il Monte Cimone


Tempo di percorrenza:  5 ore e 45 minuti con ritorno per M. Lagoni; 7 ore con ritorno per Doccia
Dislivello: da 1.250 a 2.165 metri (Monte Lagoni); da 1.100 a 2.165 (Doccia)

Escursione dedicata alla scoperta del Cimone, la cima dell’Appennino che si erge su una dorsale isolata dominando il parco. L’itinerario consigliato per la salita è piuttosto lungo e faticoso, ma molto panoramico: attraversa infatti ambienti incontaminati e molto suggestivi.

Il percorso parte da Bellagamba, piccolo abitato in comune di Fiumalbo. Si segue il tracciato fino al primo bivio, da qui si prosegue a sinistra sul sentiero CAI 493, fino ad incontrare il Rio Acquicciola, guadato il quale ha inizio la lunga salita nel bosco verso la dorsale sud ovest del Monte Lagoni dove, negli ampi terreni aperti che si alternano ai boschetti, nella tarda estate è possibile osservare bellissime fioriture di calluna e carlina bianca. A circa 1.700 metri di altitudine il sentiero esce improvvisamente dal bosco, disvelando il tipico paesaggio di alta quota, in cui splendide praterie si alternano a fasce rocciose. Il percorso diventa qui estremamente panoramico, l’ambiente è alpestre e severo, il cono del Cimone incombe, ormai vicino; a sud il Libro Aperto presenta le tracce degli antichi ghiacciai: circhi, pianori, accumuli morenici. Si prosegue verso nord sul sentiero CAI 447 su un terreno argilloso e nerastro, si sfiora la sommità del Monte Piazza prima di incontrare nuovamente le rocce arenacee nella cresta rocciosa che sale ripidamente fino al Monte Cimoncino. Da qui al Cimone è un breve saliscendi fino alla cappella dedicata alla Madonna della Neve. In una giornata limpida si potrà osservare  tutta l’Italia settentrionale e gran parte di quella centrale, comprese le isole dell’arcipelago toscano e la Corsica; con l’aiuto di un binocolo la vista si estenderà fino alle coste dell’Istria, alle cime alpine e a sud est fino al Monte Amiata e al Terminillo.

Per il ritorno si presentano due alternative: la prima è percorrere a ritroso l’itinerario dell’andata; la seconda, consigliata a forti camminatori, consiste nell’imboccare il sentiero CAI 489 che sale da Doccia che, dopo una breve discesa nel bosco, si apre nella conca del Padule il Piano con i suoi i ruscelli e i faggi sopravissuti al tempo e alle intemperie. Qui il sentiero diventa un viottolo ben marcato che scende rapidamente verso Doccia lungo una ripida e sassosa pista da sci di scarso valore paesaggistico. Una valida alternativa a quest’ultimo tratto consiste nel voltare a sinistra prima della briglia che sbarra il torrente, attraversandolo prima di giungere a un secondo sbarramento, per imboccare un sentiero che conduce in una zona di prati delimitati da muretti a secco alternati al bosco. Al primo gruppo di case si prosegue a sinistra fino alla borgata di Frescarolo. Subito dopo l’abitato si svolta a sinistra imboccando la strada sterrata che risale la valle del Rio Acquicciola. L’ambiente è estremamente suggestivo, grazie al limpido torrente che scorre tra grandi massi e rocce vive, circondato da una galleria vegetale: salici, ontani, pioppi bianchi. La strada diventa sempre più sconnessa fino a trasformarsi in una pista fangosa. Attraversando due volte il torrente si continua a risalire fino ad incrociare il sentiero CAI 493, percorso all’andata. Da qui in breve si ritorna a Bellagamba.

Proprietà dell'articolo
creato:martedì 22 gennaio 2013
modificato:martedì 22 gennaio 2013