Cenni generali

Fiumalbo è situato nel cuore del verde Appennino Tosco-Emiliano, all’estremità meridionale della provincia di Modena. Il nome del paese potrebbe derivare o da "Flumen Album", con chiaro riferimento alle spumeggianti acque dei torrenti che circondano il paese, o da "Flumen Alpium", in relazione alle montagne che lo circondano, in particolar modo il Monte Cimone chiamato un tempo “L’Alpone”. L'incertezza è dovuta al fatto che entarmbi i toponimi sono presenti in antichi documenti.

Il paese, al quale si accede abbandonando la SS12, progettata dagli ingegneri del ducato di Modena per raggiungere velocemente la vicina Toscana, si adagia in una vallata che scende dal crinale appenninico, al centro del Parco Naturale del Frignano, e si estende dai 935 metri s.l.m. del Centro Storico fino ai 2165 metri del Monte Cimone, che imponente ne domina il centro abitato e lo protegge da oriente.

Dalla candida schiuma prodotta dal gioco impetuoso delle acque del Rio Acquicciola e del Rio S. Francesco, i due torrenti che ne circondano il centro storico e che si congiungono a valle della rocca che austera veglia da secoli sul paese, Fiumalbo trae il suo nome: Flumen album (cioè fiume bianco).

Veduta dalla Rocca

Questa collocazione, fuori dalle grandi arterie di comunicazione, ha senza dubbio contribuito a conservare intatta la struttura urbanistica tipicamente medievale di Fiumalbo, che dal 1990 può fregiarsi ufficialmente del titolo di Città d’Arte. È sufficiente infatti percorrere una delle stradine che si snodano dalla piazza antistante la Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo per respirare il fascino di tempi passati, indugiando magari di fronte ad un maestoso portale in arenaria o avventurandosi sotto le tipiche “voltine” ricche di mistero e di storia.

Il Centro Storico è infatti un fitto intreccio di viuzze (molto spesso dai nomi curiosi quali Via Modesta o via Felice), piazzette, saliscendi, un gioiello di pietra incastonato fra il verde dei boschi che circondano le sue molte frazioni abbarbicate sulle pendici delle più alte vette del Frignano, raggiungibili attraverso antiche mulattiere.

Una tale conformazione morfologica consente un clima particolare, che si avvale dell’aria purissima delle cime dell’Appennino, mitigato da una straordinaria esposizione alla luce solare. Per tali ragioni Fiumalbo è da sempre considerata una stazione climatica particolarmente indicata per bambini, anziani e per le vittime del moderno stress, oltreché per gli amanti della natura e degli sport estivi ed invernali.

È anche per tale aspetto, che nel corso del dopoguerra Fiumalbo è divenuta una delle mete privilegiate del turismo modenese; dal 2001 poi il paese può vantare il prestigioso riconoscimento della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, marchio di qualità turistico-ambientale per le località dell’entroterra.

Come detto, da Fiumalbo partono numerosi sentieri per escursioni e passeggiate che, ripercorrendo vecchie mulattiere ed antiche vie un tempo battute da pastori e pellegrini, si addentrano nel territorio del Parco, attraverso selve di faggi, boschi di abeti, verdi pascoli, fin dove sgorgano sorgenti d’acqua purissima e numerosi sono i vaccineti di mirtilli, costeggiando antichi fienili coperti a paglia con tecnica particolarissima, che sono detti “capanne celtiche”.  E tutto questo sotto le grandi ali e l’occhio vigile della maestosa Aquila Reale, che qui caccia e di recente è tornata a nidificare.

Il paese è ricco di storia, della quale i molti importanti monumenti danno testimonianza al visitatore. I primi insediamenti si fanno risalire al popolo dei Liguri Friniati, che si rifugiarono in questi luoghi nel II secolo a.C., sconfitti dal Console Marco Claudio Marcello. Le prime notizie certe risalgono al 1038, anno in cui, come riportato da un documento conservato presso l’Archivio di Stato di Modena, il Marchese Bonifacio, padre di Matilde di Canossa, donò al Vescovo di Modena la «Rocca che si chiama Fiumalbo».

Il paese, per restare al passo con i tempi, si è dotato di numerosi servizi per gli amanti dello sport e dell’ambiente, fra i quali merita citare il moderno centro sportivo collocato nella verde conca del Lago, con attrezzature per la pratica di numerosi sport.

Ma Fiumalbo non sarebbe la stessa senza le proprie tradizioni, che per la maggior parte sono abbinate a festività religiose o ad usanze tramandate di padre in padre da secoli. Occorre senza dubbio citare la solenne processione del Patrono San Bartolomeo, con luminaria a fiamma viva dell’intero paese e la partecipazione delle attivissime Confraternite dei “Rossi” e dei “Bianchi”; il tradizionale carnevale con le gigantesche fiaccole per accendere il rogo che brucia “le negatività dell’anno precedente”; il biennale e caratteristico “Presepe Vivente” che vede la rievocazione di antichi mestieri dei quali si rischia di perdere memoria.

Questa rappresentazione è una delle tante occasioni per non dimenticare il passato e per  avere memoria della proprie tradizioni: un modo, insomma, per mantenere viva la propria identità paesana. Il ritrovarsi assieme, il costruire assieme una rappresentazione negli abiti dei propri nonni, aiuta sicuramente a guardare al futuro con tutta la serenità che può derivare ad ogni fiumalbino dalle proprie tradizioni e dal proprio passato.

Sono infatti gli abitanti uno dei punti di forza di Fiumalbo; il carattere della nostra gente, che ha conservato intatto il proprio dialetto (un dolcissimo parlare nel quale a tratti si ritrovano gli antichi accenti del volgare toscano), è accogliente e disponibile, frutto di un’antica cultura, che ancor oggi si tramanda di padre in figlio.

 

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creato:lunedì 12 marzo 2012
modificato:lunedì 12 marzo 2012