IL GIORNO DELLA MEMORIA (27 GENNAIO) E LA FIGURA DI ANTONIO LORENZINI, GIUSTO TRA LE NAZIONI

Impiegato all’Anagrafe del Comune di Lama Mocogno, salvò numerosi perseguitati, tra i quali la famiglia Colorni

A Lama Mocogno, il Giorno della Memoria è associato ad una figura particolare: Antonio Lorenzini, che, a rischio della vita, si adoperò per salvare dalla deportazione numerosi perseguitati, tra i quali Vittore Colorni, con la madre Emma e la moglie Alda Morpurgo, allora in attesa del primo figlio, Emanuele.
«Antonio Lorenzini, al quale è dedicata la Sala Consigliare del Comune di Lama Mocogno, è stata una figura esemplare di dipendente comunale e di cittadino e la sua figura è ancora più degna di essere ricordata perché egli, in vita, non cercò mai applausi e visibilità nonostante l’importanza delle azioni compiute e la gravità dei pericoli affrontati», dichiara il sindaco Arnaldo Ricchi. 
Antonio Lorenzini (1894-1966) fu impiegato comunale, principalmente all’Anagrafe, dal 1920 al 1960. L’ufficio Anagrafe, ai suoi tempi, era nell’attuale sede della Biblioteca comunale. Qui lavorava l’impiegato Lorenzini, nativo della frazione di Sassostorno, invalido di guerra per l’amputazione della gamba sinistra al 3° medio inferiore della coscia a seguito di una ferita ricevuta nel 1915, sostituita da una protesi. La sua posizione gli consentì di intervenire personalmente per mettere in salvo militari italiani sbandati dopo l’8 settembre 1943, perseguitati, ebrei braccati dagli occupanti nazifascisti: fabbricava loro documenti falsi, che riusciva a nascondere, probabilmente proprio grazie alla sua “gamba di legno”.
Nel dopoguerra, quando pure la sua attività gli sarebbe valsa lustro o benemerenze, Lorenzini non ne fece mai sfoggio. Andò in pensione il 1° gennaio 1960 e morì nel 1966. Le sue gesta sarebbero rimaste sconosciute, se proprio Vittore Colorni non avesse scritto una lettera alla «Gazzetta di Mantova» nel 1979, narrando i fatti: «Mi reco al municipio di Lama Mocogno per chiedere un documento del genere, certo di incontrare per lo meno delle difficoltà e resistenze. Mi trovo invece di fronte un ometto di aspetto bonario e sorridente, che mi ascolta, si rende conto della mia angoscia e subito mi rassicura: avrò i documenti di identità, coi nomi falsi, per tutta la mia famiglia. E in più anche le carte annonarie. […] Il piccolo uomo del comune di Lama Mocogno per me sconosciuto (come per i militari e per gli altri ebrei miei parenti che a lui ricorsero dietro mia informazione) ha rischiato, serenamente, la sua vita. E nulla, dico nulla, ha voluto ricevere in compenso».
Il 15 gennaio 2001, la Commissione per la designazione dei Giusti dello Yad Vashem ha proclamato Antonio Lorenzini Giusto tra le Nazioni. La bella testimonianza di Emanuele Colorni su Antonio Lorenzini è disponibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=OXs85YSTr8k





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creato:sabato 25 gennaio 2025
modificato:sabato 25 gennaio 2025