Gite ed escursioni (guida provinciale)

GITE ed escursioni da S.Annapelago, Pievepelago Centro, Casoni, Fabbrica, Sasso Tignoso.
(Tratto da Guida Provinciale - IAT )

                              ESCURSIONI

S. Anna Pelago si trova ad un’altitudine di m. 1069 a  8 km da Pievepelago, in una bella conca circondata da una catena di vette appenniniche ardite che discendono in poderosi contrafforti attorno al paese.

Tra le escursioni possibili da questa località che, grazie ai suoi campi di neve e alle piste sciabili è balzata alla ribalta degli sport invernali in campo nazionale, è quella ai Piani dell’Acqua Chiara.

  1. 1.  Itinerario: Sant’Annapelago, Casa Fabbri, Piani Acqua Chiara, Monte Spicchio, Abetina.

Si parte dalla piazza antistante la chiesa e si prende il sentiero che passa davanti al bar Alpino e che si presenta praticamente di fronte a chi si accinge a partire.

Dopo un km si giunge a Casa Fabbri che, appena fuori il paese, già appare in alto: non si può sbagliare perché il sentiero è unico.

Si prosegue nella stessa direzione e si giunge ad un altro gruppo di case oltrepassato il quale si prosegue per gli  Scorzatelli, un piccolo monticello, e qui giunti si devia a destra attraverso la foresta fino ai  Piani di Acqua Chiara.

Il tempo di marcia è 1 ora; ai Piani c’è un rifugio ed una vallata immensa con abeti e faggi attorno.

  1. 2.  Itinerario: Case Gennaio, Casca d’Oro, Monte Spicchio.

Chi è salito ai Piani d’Acqua Chiara può proseguire per lo stesso sentiero che, lassù, l’ha condotto e giungere senza paura di sbagliare in vetta al Monte Spicchio (1657 m.) da cui si gode la vista della Garfagnana e delle Alpi Apuane.

Altra escursione sulla pista dei Piani di Acqua Chiara, quella che conduce alla Abetina di S. Eurosia.

Si prende la strada che va ai Piani e la si segue per 200 metri: al bivio per Casa Giannini si volta a sinistra e s’incontra una fitta rete di sentieri che conducono, attraverso i pascoli, direttamente alla Abetaia che si scorge anche dallo stesso bivio e da S. Anna pure, per la sua grande distesa d’abeti.

Salendo sul crinale che domina l’abetaia, dov’è una “maestà”, si può scorgere la Casca d’Oro.

Dal Monte Spicchio, invece, sempre raggiunto via Piani d’Acqua Chiara, sul crinale, proseguendo a sinistra, dopo circa km. 1,5 si raggiunge il Monte Nero ed il Monte Albano; lungo tutto il crinale corre un sentiero che unisce S. Pellegrino in Alpe al Lago Santo.

La “traversata”, comunque, non è poca cosa e solo allenati camminatori vi si avventurano.

  1. 3.  Itinerario: Sant’Annapelago,  Case Gennaio,  Casca d’Oro.

Ancora partendo dalla piazza antistante alla chiesa ed imboccando la nazionale in direzione di Pieve, fatti 400 m. s’incontra, a destra, una strada secondaria riconoscibile perché di fronte ad essa, dall’altra parte della strada, c’è una casa.

Di qui si prosegue per 1 km fino a Case Gennaio  ed a questo punto occorre lasciare le autovetture e proseguire a piedi lungo un sentiero che inizia sulla destra, superate le case, e porta diritto alla Casca d’Oro la quale dista poco più di km 1,5.

Alla meta s’incontra una bella cascata che si può dominare dall’alto.

  1. 4.  Itinerario: S. Annapelago, Sasso Tignoso.

In auto si raggiunge, invece, Sasso Tignoso (1492 m.), un masso di serpentino che si alza maestoso dietro Roccapelago, dentellato e infido a vedersi, così chiamato proprio per questa sua vetta scoscesa e deforme.

Partendo da S. Anna, seguendo i cartelli indicatori, si prende a destra della piazza, si percorrono km 3 quindi ancora a destra, lungo la Vandelli, per altri km 3,5.

  1. 5.  Itinerario: Ponte S’Anna, Vaccarecce,  Monte Nuda, Lago Santo.

Suggestiva è anche l’escursione di cui ora vi indichiamo l’itinerario: si prende la nazionale per Pieve e la si segue fino al  Ponte di S’Anna a km 1,7 dal capoluogo.

Ancora 1 km e, quindi, a destra si trova una strada con tanto di cartello il quale indica la direzione per le Vaccarecce.

Di qui ci si inoltra fino a quando l’auto può andare; poi occorre abbandonarla perché la strada diventa sentiero: una lunga camminata di circa un’ora e mezzo per 4 km di salita, e si giunge il Monte Nuda (1775 m.)  nei pressi del quale è pure un piccolo laghetto.

Di lassù si scorge il Lago Santo che si può raggiungere lungo il sentiero che si vede attraversare i prati, con una breve camminata.

 

 

Altra meta la si può raggiungere seguendo questo itinerario strettamente legato a quello precedentemente descritto: si sale a Casoni e si prosegue per altri 6 k dove qui si abbandona la strada maestra e si va a sinistra seguendo l’antica via Vandelli d’epoca ducale, che si snoda per circa 10 km tra i boschi fino a congiungersi alla strada nazionale tra S. Anna Pelago e l’imbrancamento.

Durante questo tragitto la Vandelli tocca luoghi situati ad altitudini di 1200-1300 metri, con pinete e faggi, s’incontra poi anche Fabbrica, località in cui il Duca di Modena era solito fermarsi a riposare quando passava di qui diretto a Massa Carrara.

La Fabbrica era poi divenuto luogo di << posta >> ed ancor oggi ì, sulla destra della strada, si vede la solida costruzione.

Presso la <<posta>> è una vecchia fontana ducale che risale al 1745 ed è formata da un unico blocco di pietra scavata.

Proseguendo si giunge anche ai piedi del massiccio serpentinoso e stranamente crestato, detto Sasso Tignoso sul quale si può salire, lasciata l’auto sulla Vandelli, in circa mezz’ora, seguendo il sentiero che affronta il monte sul versante destro.

Il Sasso Tignoso è raggiungibile anche da S. Anna Pelago e già in quel capitolo abbiamo descritto l’itinerario.

Pievepelago Centro, Casoni, Ca’ Ferrari, Lago Rovinoso, Monte S. Andrea, Lagaccione, Alpe Sigula.

Prendiamo ancora una volta Casoni come punto di partenza e proseguiamo per la solita strada per 7 km fino all’altezza di Ca’ Ferrari, riconoscibile per la sua particolare posizione in una << sella >> posta su di una curva proprio dove la strada lascia il versante di Pieve e si affaccia su quello di Riolunato.

Ca’ Ferrari resta sotto la strada; qui sulla sinistra c’è un sentiero che sale dentro un bosco e diviene poi subito dopo pianeggiante.

Occorre, naturalmente, proseguire a piedi e, camminato per 15 minuti lungo lo stesso sentiero, lo si più lasciare per raggiungere in quattro salti il Lago Rovinoso, posto in una bellissima conca.

In questo specchio d’acqua determinato da uno sprofondamento del terreno, pare si siano pescate anche anguille; proseguendo invece per il sentiero, lasciando alla destra il rotondeggiante Monte S. Andrea detto anche << Polenta >> per la sua forma scodellata, attraversati prati che si fanno via via più vasti e salendo, poi, si giunge al Lagaccione, ampio altopiano costellato di boschi dal quale si può raggiungere la vetta dell’Alpe Sigula che sovrasta l’altopiano e permette di scorrere con lo sguardo tutto l’Appennino Modenese e Toscano, e vedere nella valle anche Modena.

 Pievepelago Centro, Tagliole, Lago Santo, Lago Baccio, Monte Rondinaio, Monte Giovo.

Sfruttata a sufficienza la zona di Casoni, passiamo ad altre mete: prima fra tutte è quella del Lago Santo ai piedi del Monte Giovo.

Nostro punto di partenza è l’incrocio centrale di Pievepelago seguiamo la Via Giardini in direzione Abetone, imbocchiamo la strada per S. Anna Pelago - Piandelagotti; dopo un chilometro e mezzo si devia a sinistra seguendo la freccia per Tagliole-Lago Santo: in auto si sale agevolmente fino ad un gran piazzale adibito a parcheggio.

Ora basta prendere un sentiero qualsiasi e si è al Lago in cinque minuti, e non manca certo la segnaletica.

Qui sono numerosi i posti di ristoro, due parole a questo punto vanno spese per Tagliole ( m 1100) a 7 km da Pieve, località ricca di spunti caratteristici, con due chiesette di cui la parrocchiale è stata ampliata nel 1631.

Qui il turismo è di casa anche se la Vallata di Tagliole-Rotari è ancora tutta da scoprire; alberghi si trovano poi al Lago Santo a Tagliole e nella Piana di Rotari, ed ospitalità si può ottenere in numerose case e pensioni private.

E’ questa un’altra proposta appenninica per una vacanza assolutamente tranquilla, fatta di pace e quiete.

A chi desiderasse un po’ di storia locale, possiamo dire che Tagliole è un’antica villa posta in una gola appenninica, presso il Rio Tagliole; i lucchesi la invasero il 22 luglio 1613 e bruciarono due case; la parrocchia fu eretta nel 1636.

Rotari si tratta di alcuni casali sul versante destro sopra il Rio Tagliole diviso da quello del Rio delle Pozze dal dorso montuoso detto la Fiancata.

Nei pressi c’è il Casale dei Ronchi, incendiato dai lucchesi, in guerra col duca di Modena, il 23 luglio 1613.

Il Lago Santo che si trova a pochi km da Tagliole, è stato generato con ogni probabilità da una depressione per distacco dal fianco orientale del Monte Giovo: ha un perimetro di 1500 m, qualcuno pensa sia di origine glaciale; sebbene sia difficile da raggiungere, è incantevole salirvi in pieno inverno, quando strade e sentieri sono coperti da uno spesso strato di neve ed il lago, ghiacciato e innevato, è un’immensa conca immacolata.

Il lago Santo ed i suoi dintorni: dal parcheggio delle autovetture, cui abbiamo già accennato, v’è un sentiero relativamente agevole, il quale a differenza degli altri che vanno tutti a sinistra, piega a destra e, seguendolo, si giunge al Rifugio Brugioni e, un altro rifugio nei pressi del lago, è quello Landi, là dove praticamente esce dal lago il corso d’acqua che funge da emissario.

C’è qui una mulattiera indicata da una freccia che porta, in circa mezz’ora, al Lago Baccio, laghetto naturale ampliato artificialmente ed immerso in un paesaggio selvaggio ed imprevedibile a quota 1600 m.

 

Il Monte Rondinaio ( 1964 m) sovrasta questo specchio d’acqua e la sua cima è raggiungibile seguendo un sentiero che parte dal lago: la passeggiata però è alquanto faticosa anche se lo spettacolo che si può godere a meta raggiunta ripaga ampiamente della fatica.

Sempre al Lago Santo si trova, sulla sinistra, una freccia all’inizio d’un sentiero che indica la via da seguire per salire sul Monte Giovo.

 

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creato:giovedì 2 gennaio 2020
modificato:giovedì 2 gennaio 2020