Leggende del Pelago

(Tratte da volumi Accademia Scoltenna sul Frignano): 

                   LEGGENDE

Lago Santo: Il Lago Santo Modenese ha ispirato nel tempo poeti che hanno cantato le sue bellezze, in lingua e in dialetto.

Il luogo, infatti, specialmente nelle luminose mattine d’estate, quando splende il sole e la brezza increspa leggermente le sue acque, è veramente incantevole.

Il lago è ricco di leggende, alcune delle quali cercano di spiegare l’origine del suo nome; una di queste parla di una tremenda inondazione che avrebbe avuto origine dallo stesso lago, e che dopo la benedizione delle sue acque da parte del parroco delle Tagliole ( il paese minacciato), queste si placarono.

Altra leggenda, quella dei due pastori ( o amanti) che, trovandosi uno di qua e uno di là dal lago, si gettarono a nuoto incontrandosi nel mezzo e <> sparvero tra le acque.

Un’altra ancora parla di una povera famiglia di emigranti, che in una sera d’inverno, passando nei paraggi e credendosi sulla terraferma, accese un grande fuoco sulla superficie gelata e coperta di neve del lago, restando inghiottita causa lo scioglimento del ghiaccio.

La più nota, però, è quella dei due cacciatori, che in una domenica d’inverno, inseguendo un lupo, giunsero presso il lago ghiacciato; uno di essi, udendo la campana della chiesa delle Tagliole che invitava alla Messa, andò a soddisfare il precetto festivo, mentre l’altro continuò la caccia riuscendo ad uccidere il lupo nel bel mezzo del lago ghiacciato; il sangue caldo uscito dal corpo della belva, però, fece sciogliere il ghiaccio, cosicché il <> cacciatore fu ingoiato dalle acque.

Il finale di queste leggende è sempre la benedizione del Lago Santo da parte del parroco delle Tagliole, accorso sul posto per onorare cristianamente la memoria degli annegati; da ciò deriverebbe l’appellativo di << Santo >>.

La più antica di queste leggende, che vengono tramandate di padre in figlio, è quella che racconta di un gruppo numeroso di cacciatori di Pievepelago, Roccapelago e S. Andrea, i quali, avendo catturato parecchi orsi, vollero ammazzarli per scorticarli sulla distesa gelata del lago.

Anche qui il sangue caldo delle vittime fece sciogliere il ghiaccio e tutti i cacciatori perirono tra i flutti.

In questa occasione sembra addirittura che, a benedire le acque, affinché gli sventurati riposassero il luogo santo, sia stato nientemeno che il vescovo di Modena.

Lago Baccio: Percorrendo un sentiero segnato, che parte dal lago Santo, seguendo per breve tratto la via che fiancheggia la sponda destra dell’emissario e voltando poi verso sud, dopo circa venti minuti di cammino si giunge al lago Baccio. Il nome sembra derivi da << basso >>, cioè poco profondo; il Losacco, infatti, definisce il suo bacino <>.

Per secoli il Baccio ebbe acque sudice e melmose, completamente coperto da piante palustri e circondato da terreno paludoso; nel corso degli ultimi decenni, grazie alla benemerita <>, è stato ripulito e il suo specchio d’acqua, adagiato nella sua conca naturale ai piedi del Rondinaio, circondato com’è da felci, faggi e abeti, rispecchiante il cielo azzurro, è ora bello e suggestivo.

Su questo lago si narra una leggenda :

Un tempo nei boschi circostanti vivevano le streghe e il lago era il luogo dei loro ritrovi; pertanto, per essere ben sicure che nessuno le disturbasse, nelle sue acque avevano posto un sortilegio.

I montanari della Valle delle Tagliole, sapendo del pericolo che avrebbero corso avvicinandosi, vi giravano al largo; un giorno, però, capitò quassù un contadino, che veniva da via, su un carro tirato da due buoi.

Era una giornata calda d’estate e il contadino, assetato, vista quell’invitante distesa d’acqua si chinò e bevve; non poté più rialzarsi: le acque lo attirarono a sé inghiottendolo.

Poi bevvero i buoi, e anche loro sparirono dentro al lago con carro e tutto; arrivarono i pastori, poi le pecore, poi i cani, e tutti, uno dopo l’altro furono inghiottiti dalle acque.

Da allora sembra che nessuno quassù osi bene l’acqua del baccio per paura di incorrere nella stessa sorte.

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creato:giovedì 2 gennaio 2020
modificato:giovedì 2 gennaio 2020